Il tesoro della Montagna Azzurra - Illustrata (Edizione italiana)

Ottanta opere (che diventano più di 200 se consideriamo i manoscritti), pirati e corsari, selvaggio West e Polo, Africa e Siberia, perfino l'estremo oriente. Tutto costruito a pennello viaggiando sulle enormi ali della sua fantasia, ma anche di una solidissima preparazione. Perché che lo scrittore veronese in realtà non abbia mai varcato i confini nazionali è cosa nota, forse lo è meno il fatto che, per preparare la stesura dei suoi romanzi si calasse per giorni, settimane, mesi, nel vorace studio di atlanti, monografie, cronache e resoconti che tanto affascinavano la sua avida mente. E si vede, o meglio si legge. E le sue opere non hanno niente a che invidiare ai grandi "avversari" del genere: da Verne a Hugo, da London a Melville. Questo gli valse grandi riconoscimenti dalla critica? Ma nemmeno per idea. Gli intellettuali gli riservarono, e in realtà ancora gli riservano, il trattamento che tocca a tutti quelli che vendono, e magari osano farlo con libri "per ragazzi". Nessuna gloria insomma per il primo scrittore di largo consumo italiano, almeno dentro le antologie. E nemmeno troppi soldi in realtà. Che, a dire il vero, Salgari dilapidava (principalmente, poverino, per curare la moglie), arrivando a fare tanti debiti da dire che proprio lui, che con i suoi libri faceva viaggiare tutti per il mondo, era costretto a stare inchiodato a una scrivania tutto il giorno a scrivere, o dentro una biblioteca a fare ricerche.